L'impatto del COVID-19 sull'industria della pesca in Italia

22/07/2020 - 22/07/2020

L'11 marzo 2020, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito il COVID-19 pandemia. I settori della pesca e dell’acquacoltura sono stati colpiti duramente e la domanda di pesce fresco è diminuita drasticamente. La riduzione della domanda di prodotti ittici freschi è stata accompagnata da un aumento della domanda di prodotti ittici congelati, trasformati e conservati che sembrano aver attutito il duro colpo della crisi, grazie a condizioni più favorevoli per la fornitura, lo stoccaggio ed il trasporto. 

In Italia, la diminuzione dell'attività di pesca è stata molto evidente, in seguito al blocco nazionale entrato in vigore il 9 marzo 2020. Le preferenze dei consumatori sono cambiate, preferendo, quando possibile, il metodo di consegna a domicilio, in modo da evitare il contatto fisico per motivi di salute. Questi nuovi trend hanno accelerato lo sviluppo di servizi di marketing, packaging e consegna a domicilio più efficienti. 

Il crollo del settore turistico ed un generale indebolimento della domanda hanno visto un calo delle importazioni in Italia. Questa situazione dovrebbe durare per tutto il resto dell'anno. 

L’incontro, seguito da un dibattito tra rappresentanti del settore, intende analizzare lo scenario macroeconomico che si è delineato in seguito all’emergenza nazionale e mondiale per individuare i punti d’intervento da sottoporre alle istituzioni preposte e valutare azioni collettive per la ripresa del settore ittico. 

 

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