Due nuovi siti designati come patrimonio agricolo mondiale
Italia e Repubblica di Corea ricevono il pregiato riconoscimento
5 luglio 2018, Roma - Le coltivazioni tradizionali di ginseng nella Repubblica di Corea e gli uliveti dell'Umbria sono stati riconosciuti come Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS). I due territori sono stati aggiunti alla lista dal comitato scientifico del GIAHS che si riunisce questa settimana a Roma (2-4 luglio). Si tratta del primo territorio italiano a ricevere il riconoscimento e il quarto della Repubblica di Corea.
La coltivazione tradizionale del ginseng a Geumsan, nella provincia del Chungcheong del Sud, è praticata da 1500 anni e si basa su una relazione simbiotica tra la natura e la coltivazione stessa. I coltivatori adottano un sistema di rotazione di 15-20 anni durante i quali, dopo il raccolto, la terra viene lasciata a riposo o usata per alte coltivazioni, in modo da consentire "all'energia" del suolo di ripristinarsi. Le foreste e i torrenti tutt'attorno contribuiscono a creare un micro clima e strutture per l'ombra, costruite con materiali naturali, contribuiscono a imitare le condizioni di crescita del ginseng selvatico.
"Non si tratta solo del passato, ma anche del futuro" ha affermato Yoshihide Endo, coordinatore del programma GIAHS. "Diventare membro del GIAHS favorisce la preservazione di queste antiche pratiche agricole, ma anche ne riconosce i benefici per le future generazioni nel mantenere tali sistemi sostenibili, promuovendo la condivisione della conoscenza, il potenziale per l'agroturismo, e incoraggiando i giovani a partecipare alle attività agricole".
Gli uliveti dell'Umbria
Le colline tra le città umbre di Assisi e Spoleto (incluse Spello, Foligno, Trevi, Campello sull'Clitunno), conoscono la coltivazione degli ulivi fin dall'epoca degli Etruschi e rappresentano uno dei territori principali per la produzione di olio di oliva nella regione e in Italia. Il territorio ha ricevuto il riconoscimento per l'ingegno mostrato nel combinare risorse naturali e necessità umane, creando mezzi di sussistenza e un ecosistema mutualmente sostenibili.
Ancora oggi, gli ulivi vengono coltivati secondo conoscenze e pratiche tradizionali, che includono l'utilizzo di diversi tipi di terrazzamenti, tecniche di coltivazione e verità genetiche che sono state sostenute dalle comunità locali per secoli. Il territorio mostra inoltre un notevole panorama di ulivi che è stato plasmato dalla secolare interazione dei contadini con la natura.
Mantenere viva la tradizione
Il programma GIAHS mette in risalto le soluzioni ingegnose adottate dalle comunità rurali nel corso delle generazioni, in grado di trovare un mutuo equilibrio tra sistemi di sostentamento ed ecosistema naturale, spesso producendo paesaggi spettacolari.
Secondo i criteri di selezione adottati dalla FAO, i siti premiati devono avere rilevanza mondiale, avere un valore pubblico per la loro capacità di sostenere la produzione alimentare e i mezzi di sostentamento, la biodiversità agricola, i sistemi di conoscenze, tecnologie e cultura peculiari, oltre ad un paesaggio di pregio.
L'evidenza suggerisce che la designazione come sito GIAHS può aiutare a preservare gli elementi di valore del territorio e tal volta contribuire all'aumento della domanda e del prezzo dei prodotti agricoli, promuovendo allo stesso tempo il turismo e la creazione di impiego.
Con le due nuove aggiunte sale a 52 il numero dei siti GIAHS, in 21 paesi.
Tra i vari altri territori riconosciuti troviamo i terrazzamenti delle coltivazioni di riso di Hani in Cina, i sistemi pastorali Massai in Kenya e Tanzania, il sistema di oasi di Ghout in Algeria, la produzione di wasabi in Giappone, la produzione di sale a Salinas de Añana in Spagna, il sistema agro-silvi-pastorale di Barroso in Portogallo, le Chinampas in Messico la cui tradizione agricola risale all'antica civiltà Azteca.
La coltivazione tradizionale del ginseng a Geumsan, nella provincia del Chungcheong del Sud, è praticata da 1500 anni e si basa su una relazione simbiotica tra la natura e la coltivazione stessa. I coltivatori adottano un sistema di rotazione di 15-20 anni durante i quali, dopo il raccolto, la terra viene lasciata a riposo o usata per alte coltivazioni, in modo da consentire "all'energia" del suolo di ripristinarsi. Le foreste e i torrenti tutt'attorno contribuiscono a creare un micro clima e strutture per l'ombra, costruite con materiali naturali, contribuiscono a imitare le condizioni di crescita del ginseng selvatico.
"Non si tratta solo del passato, ma anche del futuro" ha affermato Yoshihide Endo, coordinatore del programma GIAHS. "Diventare membro del GIAHS favorisce la preservazione di queste antiche pratiche agricole, ma anche ne riconosce i benefici per le future generazioni nel mantenere tali sistemi sostenibili, promuovendo la condivisione della conoscenza, il potenziale per l'agroturismo, e incoraggiando i giovani a partecipare alle attività agricole".
Gli uliveti dell'Umbria
Le colline tra le città umbre di Assisi e Spoleto (incluse Spello, Foligno, Trevi, Campello sull'Clitunno), conoscono la coltivazione degli ulivi fin dall'epoca degli Etruschi e rappresentano uno dei territori principali per la produzione di olio di oliva nella regione e in Italia. Il territorio ha ricevuto il riconoscimento per l'ingegno mostrato nel combinare risorse naturali e necessità umane, creando mezzi di sussistenza e un ecosistema mutualmente sostenibili.
Ancora oggi, gli ulivi vengono coltivati secondo conoscenze e pratiche tradizionali, che includono l'utilizzo di diversi tipi di terrazzamenti, tecniche di coltivazione e verità genetiche che sono state sostenute dalle comunità locali per secoli. Il territorio mostra inoltre un notevole panorama di ulivi che è stato plasmato dalla secolare interazione dei contadini con la natura.
Mantenere viva la tradizione
Il programma GIAHS mette in risalto le soluzioni ingegnose adottate dalle comunità rurali nel corso delle generazioni, in grado di trovare un mutuo equilibrio tra sistemi di sostentamento ed ecosistema naturale, spesso producendo paesaggi spettacolari.
Secondo i criteri di selezione adottati dalla FAO, i siti premiati devono avere rilevanza mondiale, avere un valore pubblico per la loro capacità di sostenere la produzione alimentare e i mezzi di sostentamento, la biodiversità agricola, i sistemi di conoscenze, tecnologie e cultura peculiari, oltre ad un paesaggio di pregio.
L'evidenza suggerisce che la designazione come sito GIAHS può aiutare a preservare gli elementi di valore del territorio e tal volta contribuire all'aumento della domanda e del prezzo dei prodotti agricoli, promuovendo allo stesso tempo il turismo e la creazione di impiego.
Con le due nuove aggiunte sale a 52 il numero dei siti GIAHS, in 21 paesi.
Tra i vari altri territori riconosciuti troviamo i terrazzamenti delle coltivazioni di riso di Hani in Cina, i sistemi pastorali Massai in Kenya e Tanzania, il sistema di oasi di Ghout in Algeria, la produzione di wasabi in Giappone, la produzione di sale a Salinas de Añana in Spagna, il sistema agro-silvi-pastorale di Barroso in Portogallo, le Chinampas in Messico la cui tradizione agricola risale all'antica civiltà Azteca.

Un coltivatore di ginseng di Geumsan, in Corea del Sud.