È giunto il momento di rafforzare e sostenere il progetto della Grande Muraglia Verde in Africa
Il Direttore Generale della FAO delinea il percorso per ripristinare 100 milioni di ettari da Dakar a Gibuti entro il 2030
25 giugno 2020, Roma - È giunto il momento di coordinare e rinnovare il sostegno alla Grande Muraglia Verde, il programma di sviluppo sostenibile in Africa, ha affermato oggi il Direttore Generale della FAO QU Dongyu.
"È necessario promuovere le ecoeconomie sostenibili". Dobbiamo incrementare le bonifiche e i relativi benefici per i mezzi di sussistenza", ha detto Qu rivolgendosi ai vertici delle agenzie delle Nazioni Unite e di altri organismi multilaterali nel corso di una tavola rotonda sulla realizzazione di un progetto che si estende per 8.000 chilometri e che mira a ripristinare 100 milioni di ettari di paesaggi degradati entro il 2030.
L'iniziativa Grande Muraglia Verde, avallata dall'Unione Africana nel 2007, è la risposta alla sfida della desertificazione e del cambiamento climatico lungo l'arida fascia di terra degli stati del Sahel e del Sahara, che si estende dal Senegal al Gibuti. La FAO ha svolto un ruolo di primo piano nel progetto, che già dalle prime fasi ha rivelato le sue potenzialità e individuato le esigenze.
Sarà necessario mobilitare notevoli volontà politiche e risorse finanziarie e il Decennio dell'ONU per il Ripristino dell'Ecosistema 2021-2030, gestito dalla FAO e dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), di cui la Grande Muraglia Verde è l'iniziativa di punta, ben si presta a guidare lo sforzo di coordinamento.
La riunione di oggi è stata organizzata congiuntamente dalla FAO, dall'UNEP e dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla Desertificazione e ha previsto la presentazione dei progetti implementati finora nell'ambito dell'iniziativa e di quanto c'è da fare entro il 2030, seguita da un dibattito su come sfruttare le opportunità di cooperazione.
L'iniziativa della Grande Muraglia Verde si è evoluta in una gestione globale e integrata dell'ecosistema, i cui obiettivi per il 2030 comprendono la creazione di 10 milioni di posti di lavoro "verdi" e lo stoccaggio di 250 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Accelerare gli sforzi per raggiungere questi ambiziosi obiettivi produrrà benefici globali contribuendo alla mitigazione del cambiamento climatico, a scongiurare la perdita di biodiversità e a cambiare in meglio la vita di milioni di persone.
Il Direttore Generale della FAO ha inoltre esortato a estendere lo spirito dello storico progetto in Africa alla "Grande Muraglia Verde per le Città" da replicare in altri continenti, invitando i paesi a pianificare quanto prima progetti pilota. La tutela degli ecosistemi naturali è fondamentale, ma spesso è necessario realizzarne di nuovi utilizzando soluzioni basate sulla natura, ha aggiunto.
Rapporto sui progressi
I primi progetti sul campo intrapresi finora, spesso attraverso il programma della FAO Azione contro la desertificazione, che prevedono 12 milioni di piantine di oltre 100 specie arboree e foraggere locali, aiutano a indicare la strada da seguire per l'espansione dell'impresa.
La FAO ha concepito un approccio globale per la bonifica, avvicinando le comunità alla botanica e ricorrendo, laddove necessario, alla meccanizzazione, che negli ultimi cinque anni ha contribuito a ripristinare oltre 50.000 ettari di terre aride in più di 400 comunità e a migliorare i mezzi di sussistenza di circa un milione di persone.
Sottolineando il legame tra ecologia ed economia, la FAO si è concentrata sullo sviluppo di catene del valore per i prodotti forestali non legnosi come la gomma arabica, il foraggio, il miele e gli oli di semi autoctoni, che forniscono opportunità di reddito a favore delle comunità rurali vulnerabili e in particolare delle donne delle regioni a basso reddito per migliorare i loro mezzi di sussistenza e la loro resilienza.
La FAO dispone inoltre di un solido kit di strumenti - tra cui moderne tecnologie geospaziali e un'ampia offerta di formazione per gli esperti nazionali su come utilizzarle - per il monitoraggio e la valutazione innovativa degli interventi.
Il risanamento sostenibile delle terre degradate non si limita a piantare alberi, in quanto sostiene i mezzi di sussistenza. I progetti della FAO per incentivare la coltivazione di foraggio per il bestiame in Burkina Faso, Niger e Senegal hanno generato notevoli benefici e incrementato il reddito delle famiglie.
La valutazione del lavoro svolto finora dagli Stati Membri e dalle parti interessate sull'Iniziativa della Grande Muraglia Verde, rivela che sono già stati ripristinati 20 milioni di ettari di terra. Per raggiungere l'obiettivo del 2030 è necessario un ritmo più sostenuto per ripristinare ogni anno 8,2 milioni di ettari di terra con un costo stimato di 3,6 miliardi di dollari all'anno.
"È necessario promuovere le ecoeconomie sostenibili". Dobbiamo incrementare le bonifiche e i relativi benefici per i mezzi di sussistenza", ha detto Qu rivolgendosi ai vertici delle agenzie delle Nazioni Unite e di altri organismi multilaterali nel corso di una tavola rotonda sulla realizzazione di un progetto che si estende per 8.000 chilometri e che mira a ripristinare 100 milioni di ettari di paesaggi degradati entro il 2030.
L'iniziativa Grande Muraglia Verde, avallata dall'Unione Africana nel 2007, è la risposta alla sfida della desertificazione e del cambiamento climatico lungo l'arida fascia di terra degli stati del Sahel e del Sahara, che si estende dal Senegal al Gibuti. La FAO ha svolto un ruolo di primo piano nel progetto, che già dalle prime fasi ha rivelato le sue potenzialità e individuato le esigenze.
Sarà necessario mobilitare notevoli volontà politiche e risorse finanziarie e il Decennio dell'ONU per il Ripristino dell'Ecosistema 2021-2030, gestito dalla FAO e dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), di cui la Grande Muraglia Verde è l'iniziativa di punta, ben si presta a guidare lo sforzo di coordinamento.
La riunione di oggi è stata organizzata congiuntamente dalla FAO, dall'UNEP e dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla Desertificazione e ha previsto la presentazione dei progetti implementati finora nell'ambito dell'iniziativa e di quanto c'è da fare entro il 2030, seguita da un dibattito su come sfruttare le opportunità di cooperazione.
L'iniziativa della Grande Muraglia Verde si è evoluta in una gestione globale e integrata dell'ecosistema, i cui obiettivi per il 2030 comprendono la creazione di 10 milioni di posti di lavoro "verdi" e lo stoccaggio di 250 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Accelerare gli sforzi per raggiungere questi ambiziosi obiettivi produrrà benefici globali contribuendo alla mitigazione del cambiamento climatico, a scongiurare la perdita di biodiversità e a cambiare in meglio la vita di milioni di persone.
Il Direttore Generale della FAO ha inoltre esortato a estendere lo spirito dello storico progetto in Africa alla "Grande Muraglia Verde per le Città" da replicare in altri continenti, invitando i paesi a pianificare quanto prima progetti pilota. La tutela degli ecosistemi naturali è fondamentale, ma spesso è necessario realizzarne di nuovi utilizzando soluzioni basate sulla natura, ha aggiunto.
Rapporto sui progressi
I primi progetti sul campo intrapresi finora, spesso attraverso il programma della FAO Azione contro la desertificazione, che prevedono 12 milioni di piantine di oltre 100 specie arboree e foraggere locali, aiutano a indicare la strada da seguire per l'espansione dell'impresa.
La FAO ha concepito un approccio globale per la bonifica, avvicinando le comunità alla botanica e ricorrendo, laddove necessario, alla meccanizzazione, che negli ultimi cinque anni ha contribuito a ripristinare oltre 50.000 ettari di terre aride in più di 400 comunità e a migliorare i mezzi di sussistenza di circa un milione di persone.
Sottolineando il legame tra ecologia ed economia, la FAO si è concentrata sullo sviluppo di catene del valore per i prodotti forestali non legnosi come la gomma arabica, il foraggio, il miele e gli oli di semi autoctoni, che forniscono opportunità di reddito a favore delle comunità rurali vulnerabili e in particolare delle donne delle regioni a basso reddito per migliorare i loro mezzi di sussistenza e la loro resilienza.
La FAO dispone inoltre di un solido kit di strumenti - tra cui moderne tecnologie geospaziali e un'ampia offerta di formazione per gli esperti nazionali su come utilizzarle - per il monitoraggio e la valutazione innovativa degli interventi.
Il risanamento sostenibile delle terre degradate non si limita a piantare alberi, in quanto sostiene i mezzi di sussistenza. I progetti della FAO per incentivare la coltivazione di foraggio per il bestiame in Burkina Faso, Niger e Senegal hanno generato notevoli benefici e incrementato il reddito delle famiglie.
La valutazione del lavoro svolto finora dagli Stati Membri e dalle parti interessate sull'Iniziativa della Grande Muraglia Verde, rivela che sono già stati ripristinati 20 milioni di ettari di terra. Per raggiungere l'obiettivo del 2030 è necessario un ritmo più sostenuto per ripristinare ogni anno 8,2 milioni di ettari di terra con un costo stimato di 3,6 miliardi di dollari all'anno.

Un vivaio di alberi in Senegal.