Con l’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo si apre una nuova era per la lotta alla pesca illegale

Il Capo della FAO: serve azione rapida per fornire supporto tecnico e finanziario

11 luglio 2016, Roma – L’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (Port State Measures Agreement - PSMA, l’acronimo inglese) “segna l’alba di una nuova era nella lotta alla pesca illegale” ma serve un’azione rapida per far sì che la sua implementazione sia efficace – ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva celebrando l’entrata in vigore del primo trattato internazionale che punta specificamente a combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU acronimo inglese).

“La FAO sta lavorando per offrire supporto immediato ai paesi che ne hanno più bisogno” ha aggiunto Graziano da Silva.

La messa in atto del PSMA potrebbe risultare complicata per alcuni paesi – specialmente i piccoli paesi insulari e quelli in via di sviluppo – a causa di limitatezze economiche e di capacità, ha affermato.

L’Accordo sulle misure dello stato di approdo è entrato in vigore lo scorso mese e oltre 30 paesi, inclusa l’Unione Europea per conto dei suoi 28 membri, lo hanno sottoscritto. Altri paesi hanno iniziato il processo di adesione.

Un articolo dell’accordo impone esplicitamente ai paesi segnatari e alle organizzazioni internazionali di fornire assistenza e fondi. La Repubblica  di Corea ha già confermato l’impegno per un proprio contributo finanziario, e altri dovrebbero seguire a breve, ha affermato Graziano da Silva.

La FAO ha istituito un Programma di Cooperazione Tecnica inter-regionale e un Programma Ombrello di Sviluppo delle Capacità a livello Globale per aiutare i paesi a gestire gli aspetti logistici, legislativi e legali necessari per mettere in atto l’accordo.

Il PSMA, promosso dalla FAO a partire dal 2009, richiede ai vascelli di accettare ispezioni ad ogni porto di scalo e ai porti – a loro volta - di condividere le informazioni relative ad eventuali violazioni. Migliorando il regolamento precedente che imponeva ai singoli paesi di monitorare la propria flotta, il nuovo Accordo mira ad alzare il costo delle attività di pesca illegale, impedendo lo sbarcato e l’ ingresso nei mercati dei prodotti pescati illegalmente.

Oceani sostenibili per mezzi di sussistenza sostenibili

“Le prossime generazioni si renderanno conto dell’importanza di questo successo, il vostro successo” ha affermato Graziano da Silva, consegnando il certificato di adesione ai paesi sottoscriventi.

“Per l’Africa, il pesce è strategico quanto il mais. La pesca eccessiva mette a rischio la sicurezza alimentare sostenibile” ha sottolineato il Presidente della Repubblica di Guinea, Alpha Condé, ponendo con forza l’accento sull’importanza della pesca per i paesi africani. Il Presidente si è poi impegnato a promuovere il PSMA nel continente a difesa delle piccole comunità di pescatori.

Oltre la metà di tutte le esportazioni di prodotti ittici, arriva da paesi in via di sviluppo. E questo sottolinea l’importanza – in termini di ricavi – di una gestione sostenibile delle risorse ittiche.

Si stima che a livello globale la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU) raggiunga circa le 26 milioni di tonnellate, per un valore di circa 23 miliardi di dollari. La pesca IUU non solo mette a rischio gli ecosistemi, ma anche minaccia i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare di milioni di pescatori nel mondo, ha continuato Graziano da Silva.

I due leader, assieme a ministri e funzionari in rappresentanza delle parti segnatarie dell’Accordo, sono intervenuti ad un evento tenutosi oggi a latere della Commissione sulla Pesca, che ha aperto i lavori oggi.

“L’Accordo PSMA rappresenta uno strumento potente ed economicamente conveniente per combattere la pesca illegale, ma non può eliminarla da solo”. Esso deve essere accompagnato da altri strumenti e sforzi, ha continuato Graziano da Silva, augurandosi che l’entrata in vigore del nuovo accordo possa dare slancio a nuove forme di collaborazione.

La lista dei paesi segnatari dell’Accordo sono è consultabile qui.

Photo: ©FAO/Sia Kambou
Un carico di tonno viene scaricato ad Abidjan, Costa d' Avorio.