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Dare nuova vita a terre degradate nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo

Una partnership della FAO con Google sta aiutando a raccogliere e analizzare dati sul degrado del suolo

14 settembre 2017, Roma  - Accelerare gli sforzi per invertire o prevenire il degrado delle terre nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) è vitale nei prossimi anni se si vogliono raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030. Questo il messaggio di un evento ospitato questa settimana dalla FAO durante la 13a sessione della Conferenza delle Parti (COP13) della Convenzione ONU per combattere la desertificazione (UNCCD).

La valutazione delle terre degradate nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo viene sviluppata sulla base della raccolta e dell'analisi di informazioni relative all'uso e a pratiche di gestione del suolo. I dati sono ottenuti attraverso la metodologia di analisi chiamata "Land Degradation Assessment (LADA)" che è già stata utilizzata con successo in oltre 30 paesi. I risultati della valutazione saranno utilizzati per la definizione di politiche e per la pianificazione su come affrontare il cambiamento climatico e aumentare la capacità di risposta delle persone e delle loro terre.

"Per la prima volta, tutti i paesi possono contribuire in ugual misura a valutazioni globali dei terreni degradati e definire le proprie possibilità di ripristino", ha affermato René Castro, Assistente Direttore Generale della FAO, del Dipartimento Clima, Biodiversità, Territorio e Acqua, nel suo intervento alla Conferenza delle Parti della Convenzione per combattere la desertificazione (COP13) che si svolge in questi giorni a Ordos, in Cina (6-16 settembre 2017).

Nell'ambito di una partnership con Google, finanziata dalla Germania e dall'Unione Europea, la FAO mira inoltre a mostrare entro la metà del 2018 le tendenze globali della copertura del terreno, della produttività del suolo e delle emissioni di carbonio sopra e sotto terra. La FAO finora sta collaborando con 30 paesi per produrre dati a livello nazionale, inclusa la formazione di esperti locali per valutare i cambiamenti nell'utilizzo del suolo e il degrado utilizzando sia il telerilevamento sia approcci partecipativi che coinvolgano le comunità locali.

Valutazioni come queste possono aiutare i paesi a costruire i propri obiettivi nazionali per combattere il degrado del territorio nazionale, per promuovere una gestione sostenibile del territorio e pratiche di restauro. Neutralizzare il degrado del suolo è uno dei fini dell'Obiettivo di Sviluppo sostenibile 15: Vita sulla terra", che significa mantenere o migliorare l'ammontare di risorse terrestri sane e produttive nel tempo, in linea con le priorità nazionali di sviluppo sostenibile.

Invertire la tendenza al degrado della terra può aumentare la produttività del suolo, aumentare la ritenzione idrica e contribuire a mezzi di sostentamento sostenibili e alla resilienza dei cittadini. In America Centrale, per esempio, ripristinando la terra attraverso l'aggiunta di alberi e la copertura erbacea, gli agricoltori sono stati in grado di aumentare la propria produzione zootecnica passando da una mucca per ettaro all'anno a quattro. Arrestare il degrado del suolo può anche sostenere una serie di altri Obiettivi di Sviluppo come raggiungere Fame Zero (SDG 2), consentire l'accesso all'acqua (SDG 6) e promuovere un'azione efficace sul clima (SDG 13).

Interventi nelle isole

Capo Verde è stato il primo Stato insulare a condurre una valutazione del livello di degrado del suolo a livello nazionale utilizzando immagini satellitari ad alta risoluzione. Una squadra di esperti tecnici coordinati dal Ministero dell'Agricoltura e dell'Ambiente è stata assistita dalla FAO per eseguire l'analisi.

"I primi risultati dell'iniziativa dimostrano che le terre degradate a Capo Verde sono state risanate, anche se ancora molto resta da fare", ha affermato Gilberto Correia Carvalho Silva, Ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente durante l'evento ad alto livello di COP13 ospitato dalla FAO.

Lo strumento di valutazione è già stato utilizzato con successo nell'iniziativa Great Green Wall per costruire una parete di alberi lungo l'intera larghezza dell'Africa ed è oggi uno strumento vitale per fornire informazioni critiche e capire la vera dimensione delle esigenze di ripristino nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

Migliori partenariati e altri strumenti per combattere il degrado del suolo

Per rendere più veloce il processo di neutralizzazione del degrado del suolo, la FAO e il Meccanismo Globale della Convenzione delle Nazioni Unite per Combattere la Desertificazione hanno rafforzato la loro collaborazione attraverso un accordo firmato nel corso dell'evento di alto livello.

La collaborazione mira a sostenere i Piccoli Stati insulari in via di sviluppo a fissare obiettivi nazionali per fermare il degrado del suolo. Oltre a essere il principale custode globale dei dati relativi all'agricoltura, la FAO fornisce ai paesi SIDS competenze in materia di sviluppo delle politiche per una gestione sostenibile dei terreni e per affrontare il degrado del territorio, inclusi la governance e i diritti di proprietà della terra.

Durante la sessione di COP13, la FAO ha inoltre lanciato il Land Resource Planning Toolbox, un database on-line che contiene preziose informazioni sugli strumenti disponibili, sugli obiettivi, sui gruppi di destinazione, sugli studi di casi e molto altro ancora per sostenere i paesi e i professionisti che promuovono una gestione sostenibile della terra.

ALCUNI DATI:
Il costo del degrado del suolo è di circa 490 miliardi di dollari l'anno, cifra molto superiore al costo per prevenirlo.
Circa il 40% della terra degradata del mondo è in aree dove più alta è l'incidenza della povertà.
Il degrado della terra influisce direttamente sulla salute e sui mezzi di sussistenza di circa 1,5 miliardi di persone.

Photo: ©FAO/Sue Price
Vengono usati nuovi strumenti per valutare le terre degradate nei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo.