Il Direttore Generale della FAO: “La situazione in Medio Oriente è catastrofica”

QU Dongyu interviene alla Sessione speciale sulla crisi umanitaria in Medio Oriente durante la riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7

©FAO/Giuseppe Carotenuto

QU Dongyu, Direttore Generale della FAO, interviene durante la sessione del Meeting dei Ministri dello Sviluppo del G7 in merito alla crisi in Medio Oriente, a Pescara, Italia.

22/10/2024

Pescara, Italia – “La situazione in Medio Oriente è catastrofica.” Non usa mezzi termini il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, durante il suo intervento alla riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7, in programma a Pescara, dal 22 al 24 ottobre.

“Per salvare vite umane e impedire la carestia, c’è immediato bisogno di un cessate il fuoco umanitario, che consenta di raggiungere immediatamente e in sicurezza le persone in difficoltà e in pericolo,” ha sottolineato.

Nel suo intervento alla Sessione speciale sulla crisi umanitaria in Medio Oriente, QU ha fatto riferimento all’ultima valutazione della Classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (IPC), dalla quale emerge che 1,84 milioni di persone, nella Striscia di Gaza, sono esposte a livelli estremamente critici di sicurezza alimentare acuta. Anche la malnutrizione acuta è a livelli gravi, dieci volte superiori ai livelli registrati prima dell’intensificarsi delle ostilità.

Le previsioni, inoltre, indicano che il 16 percento circa dell’intera popolazione di Gaza potrebbe trovarsi nella fase IPC 5 (fase di “Catastrofe”), nel periodo compreso tra novembre 2024 e aprile 2025. In questa fase, le persone si trovano ad affrontare un’estrema carenza di cibo a soffrire di inedia, con conseguenti situazioni di indigenza, livelli estremamente critici di malnutrizione acuta e morte.

QU ha fatto presente che, per limitare tali preoccupanti livelli di fame e malnutrizione, è indispensabile avere un sistema agroalimentare locale funzionante. “Quando non possono produrre cibo e non hanno un accesso regolare al cibo, le persone soffrono di livelli sempre più estremi di malnutrizione acuta e sono esposte a un elevato rischio di decesso,” ha aggiunto.

Il Direttore Generale ha illustrato le principali priorità della FAO a Gaza, tra cui la riattivazione della produzione alimentare a livello locale, il ripristino della disponibilità di alimenti altamente nutrienti, soprattutto in vista dell’imminente stagione invernale, la prevenzione del totale collasso del settore agricolo, la protezione dei mezzi di sostentamento agricoli rimasti e l’eliminazione della fame e della malnutrizione acute, specialmente tra i bambini.

Stando alla più recente analisi geospaziale FAO-UNOSAT effettuata a Gaza, quasi il 70 percento dei raccolti è stato distrutto, oltre il 70 percento degli olivi e dei frutteti è stato raso al suolo, le infrastrutture agricole sono state decimate, con danni inflitti a più della metà dei pozzi e a oltre il 44 percento delle serre, e il 95 percento del bestiame è morto.

Effetti di ricaduta

Il Direttore Generale ha messo in guardia contro le implicazioni dell’escalation del conflitto armato sulla sicurezza alimentare nell’intera regione e delle sue conseguenze nel lungo termine. Ha spiegato che anche i sistemi agroalimentari in Cisgiordania sono a rischio: l’ultimo ciclo di sondaggi, effettuato tra gli agricoltori in questa regione, ha mostrato che il 63 percento circa dei coltivatori e il 72 percento degli allevatori si sono detti impossibilitati ad accedere ai propri campi o pascoli.

“Non è soltanto la guerra a varcare i confini, ma anche i suoi effetti,” ha affermato il Direttore Generale. “La FAO sta già rilevando questo fenomeno, ora che il conflitto ha colpito alcune delle zone agricole più produttive del Libano,” ha aggiunto, menzionando la carenza di manodopera in agricoltura, dovuta allo sfollamento forzato degli agricoltori, che, in tutta probabilità, avrà ripercussioni sul raccolto di prodotti vitali come le olive e l’uva e impedirà la semina delle colture invernali del 2025.

L’operato della FAO a Gaza

La FAO si sta adoperando per proteggere 30 000 pecore e capre, pari al 40 percento circa dei capi che si stima siano ancora in vita. Garantire un’alimentazione a questi animali equivale a garantire latte a sufficienza per tutti i bambini di Gaza.

Grazie al sostegno dell’iniziativa “Food for Gaza”, promossa dal governo italiano, la FAO ha già distribuito foraggio a oltre 4 400 allevatori e kit veterinari a circa 2 400 famiglie di pastori.

Il Direttore Generale ha ribadito l’impegno della FAO, in collaborazione con i suoi partner, a intensificare aiuti e assistenza agricola di emergenza, non appena la situazione lo consentirà.

“La pace è la premessa della sicurezza alimentare e il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale,” ha concluso, aggiungendo che la FAO continua a fare affidamento sul sostegno e la leadership dei membri del G7.

Alla riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7 hanno partecipato, oltre ai Ministri stessi, la Commissaria europea per i partenariati internazionali, i Ministri dei Paesi partner invitati, i responsabili delle organizzazioni internazionali e rappresentanti del mondo imprenditoriale.

Fotografia: Il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, durante il suo intervento alla Sessione speciale sulla crisi in Medio Oriente della riunione dei Ministri dello Sviluppo del G7, Pescara (Italia).

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