Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura

16 Ottobre 2025

Giornata Mondiale dell'Alimentazione

Archileo Kaaya

Se non è sicuro, non è cibo. Se non facciamo fronte al problema della sicurezza alimentare, non avremo né cibo né sistemi alimentari.
10/10/2025

Uganda

In Uganda le acque e le fertili terre sono ricche di prodotti, infatti il paese è definito il paniere alimentare dell’Africa orientale. Ma tra gli alimenti nutrienti si celano ospiti indesiderati, che possono compromettere la sicurezza alimentare e la salute della regione: le aflatossine. 

Sono micotossine che si sviluppano nei raccolti e in altri prodotti alimentari e sono molto diffuse nei paesi umidi come l’Uganda. Se gli alimenti non vengono gestiti in modo corretto - essiccati male o esposti all’umidità - si creano le condizioni ideali per la proliferazione dei funghi.  

Archileo Kaaya, docente presso l’Università di Makerere e consulente nazionale per la FAO in Uganda, affronta questi composti velenosi a testa alta, guidando la ricerca sulla contaminazione da aflatossine e sulle relative pratiche di sicurezza alimentare, tra cui la gestione e lo stoccaggio post-raccolto.  

Il suo è un lavoro indispensabile: il fungo è stato collegato al ritardo della crescita e all’epatocarcinoma, sia nell’uomo che negli animali. In Uganda gli alimenti di base - arachidi, mais, miglio, manioca, fagioli, soia e noci - sono particolarmente sensibili alla contaminazione. Ogni anno nel paese si verificano circa 3 700 nuovi casi di tumore del fegato indotto da aflatossine, il che richiede uno sforzo coordinato lungo tutta la catena del valore del settore agricolo. 

Archileo sostiene l’utilizzo di metodi noti per ridurre il rischio di contaminazione, per esempio la nixtamalizzazione, l’antico processo di immersione del mais in una soluzione alcalina per rimuovere le aflatossine, molto diffuso in America centrale. Con la sua consulenza, la FAO ha formato più di 60 istruttori nella gestione della qualità della manioca e delle arachidi, nell’ambito di un progetto finanziato dal governo norvegese. 

Partecipa inoltre allo sviluppo di metodi e tecnologie innovative, come lo studio del potenziale di particolari ceppi di microbi per ridurre i livelli di aflatossine nei mangimi per pollame contaminati, oppure lo sviluppo di prodotti per la fase pre-raccolto come l’Aflasafe, un altro tipo di fungo antagonista delle aflatossine, che le elimina prima che possano causare danni. 

“Gli operatori del settore privato della trasformazione alimentare dovrebbero garantire il rispetto degli standard per il controllo della qualità. Il governo dovrebbe far sì che tutte le parti interessate coinvolte nella produzione e nella gestione degli alimenti siano consapevoli dei problemi di sicurezza alimentare”, afferma Archileo, sottolineando che non solo gli agricoltori, ma tutta la società deve unire le forze per combattere la tossina invisibile.