Per María Piñan, coltivare come facevano i suoi antenati non è solo un modo per conservare la tradizione.
“È un atto di resistenza e di amore per la mia terra”, afferma la trentottenne del cantone di Cotacachi (Ecuador settentrionale).
“Come donne indigene, siamo custodi delle sementi e salvaguardiamo la vita e la cultura della nostra gente”.
E sono molto bene organizzate. Maria fa parte del Comitato Centrale Femminile dell’UNORCAC, il Sindacato delle Organizzazioni Contadine e Indigene di Cotacachi. Negli anni ha potuto vedere in prima persona come le donne della sua comunità si siano organizzate per mantenere la sicurezza e la sovranità alimentare conservando le sementi autoctone che i loro antenati hanno piantato nel corso dei secoli, tutelando di conseguenza la biodiversità del territorio.
Dal 2003, ogni anno a Cotacachi organizzano la fiera delle sementi “Muyu Raymi”, uno spazio culturale andino in cui le popolazioni indigene vicine e lontane si scambiano antiche varietà di prodotti agricoli, come mais e fagioli. Oltre a salvaguardare l’identità culturale delle comunità indigene, garantisce loro anche l’accesso ad alimenti nutrienti.
La fiera è anche un elemento chiave nella tutela della “Chakra andina”, un ancestrale sistema agricolo indigeno che è alla base dell’antica gastronomia, della medicina e dei riti per rendere grazie alla Pachamama, o la Madre Terra.
Nel 2023 ha ottenuto il riconoscimento del programma della FAO dedicato ai Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS).
“Il riconoscimento GIAHS non è solo per il mio paese, ma anche per l’agricoltura delle famiglie contadine e per le donne rurali”, aggiunge María.
Nel corso degli anni, le donne sono state in grado di rafforzare le loro capacità di produzione con il sostegno del Meccanismo forestale e agricolo (FFF), che fornisce supporto finanziario e assistenza tecnica alle organizzazioni di produttori forestali e agricoli, come l’UNORCAC, che hanno diversificato gli agroecosistemi.
Il finanziamento ha dato visibilità e riconoscimento al lavoro delle donne, consentendo loro anche di valorizzare e migliorare la commercializzazione dei prodotti andini. Nel complesso, ha rafforzato i loro mezzi di sussistenza e ha reso il sistema agroalimentare più sostenibile, salvaguardando il paesaggio locale.
Oggi María Piñan e le donne dell’UNORCAC stanno trasferendo le loro conoscenze alle nuove generazioni e hanno creato spazi per sensibilizzare i giovani sull’importanza della tutela della Chakra andina e del loro patrimonio agroalimentare.
“Le nostre ragazze e le nostre donne acquisiscono la sapienza della Chakra andina”, afferma, “per garantire la nostra sovranità alimentare”.