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AEMED 2025: ad Agrigento nasce la comunità mediterranea per l’agroecologia

Si è svolta ad Agrigento dal 17 al 20 giugno 2025 la prima edizione del Congresso di Agroecologia del Mediterraneo (AEMED 2025), un evento che ha riunito oltre 450 partecipanti da 26 Paesi, di cui 16 del bacino mediterraneo. 170 ricercatori, 90 agricoltori, 65 rappresentanti di organismi/istituzioni locali, nazionali e internazionali, oltre a rappresentanti di ONG, organizzazioni femministe e reti di giovani agricoltori. Un incontro inedito per portata e ambizione, che ha messo al centro l’agroecologia non solo come disciplina scientifica o insieme di pratiche agricole, ma come vero e proprio approccio trasformativo ai sistemi agroalimentari del Mediterraneo.

Lo slogan “Un’agenda comune per la transizione agroecologica”, ha sintetizzato lo spirito di un congresso che si è proposto come spazio di dialogo aperto tra scienza, politica e società, con l’obiettivo di affrontare collettivamente le grandi sfide dell’area mediterranea: cambiamento climatico, erosione della biodiversità, sicurezza alimentare, gestione sostenibile delle risorse naturali, giustizia sociale ed economica.

Secondo i dati presentati durante la plenaria inaugurale, il Mediterraneo è una delle aree più vulnerabili al cambiamento climatico a livello globale e ai cambiamenti sociopolitici:

  • la temperatura media è già aumentata di +1,5°C rispetto all’epoca preindustriale (contro una media globale di +1,1°C),
  • la disponibilità di acqua dolce si è ridotta del 20% negli ultimi 50 anni,
  • il rischio di desertificazione interessa oltre il 33% delle superfici agricole;
  • solo il 17% degli imprenditori agricoli nell’area mediterranea ha meno di 40 anni, e meno del 20% sono donne.

L’agroecologia, hanno sottolineato i relatori, può offrire risposte efficaci per rigenerare i suoli, preservare la biodiversità, adattare le colture ai cambiamenti climatici e rafforzare la sicurezza alimentare.

Tra i principali risultati del congresso vi è stata la definizione di un’agenda condivisa per la transizione agroecologica nel Mediterraneo. Un’agenda che si fonda su cinque pilastri principali emersi dai lavori congressuali:

  1. Produzione di conoscenza scientifica transdisciplinare: L’agroecologia si conferma un campo di ricerca che integra scienze agrarie, ecologia, scienze sociali ed economiche. AEMED ha ribadito l’importanza di rafforzare la ricerca partecipativa e la co-produzione di conoscenza tra scienziati, agricoltori e comunità locali, promuovendo approcci sistemici e contestualizzati. Particolare attenzione è stata riservata alle pratiche tradizionali e ai saperi locali, considerati fonti preziose per innovazioni resilienti e adattate ai territori.
  2. Innovazione sociale e territoriale: Il congresso ha sottolineato come la transizione agroecologica richieda nuove forme di governance e di collaborazione territoriale. I distretti agroecologici, le filiere corte, i sistemi alimentari territoriali e le reti di comunità rappresentano strumenti chiave per costruire resilienza socio-ecologica. Sono stati presentati casi di studio da Paesi dell’area Mediterranea che mostrano come le pratiche agroecologiche possano rigenerare economie locali e rafforzare il tessuto sociale.
  3. Inclusione dei giovani e delle donne: L’agroecologia è stata proposta come spazio di opportunità per le nuove generazioni e per le donne, spesso escluse dai circuiti decisionali dell’agroalimentare. AEMED ha posto al centro del dibattito il tema dell’accesso alla terra, della formazione e del riconoscimento del ruolo delle donne nel rafforzare i sistemi agroalimentari locali. Diverse sessioni parallele e testimonianze hanno messo in luce esperienze di innovazione guidate da giovani imprenditrici e cooperative agricole a guida femminile.
  4. Costruzione di filiere locali eque e sostenibili: Il rafforzamento delle filiere agroalimentari territoriali è stato indicato come una delle principali leve per sostenere la transizione agroecologica. Durante il congresso si è discusso di sistemi di certificazione partecipata, mercati contadini, filiere biologiche e fair-trade, sottolineando il ruolo strategico delle reti tra produttori, trasformatori, distributori e consumatori. È stato inoltre evidenziato il contributo dell’agroecologia alla sicurezza alimentare e alla sovranità alimentare dei popoli mediterranei.
  5. Valorizzazione del Mediterraneo come laboratorio di sostenibilità e pace: AEMED ha affermato che il Mediterraneo deve essere riconosciuto come area strategica per la sperimentazione di modelli di sviluppo sostenibile fondati sulla cooperazione e sul rispetto reciproco e la pace tra i popoli. L’agroecologia è stata presentata non solo come risposta alle crisi ambientali e alimentari, ma anche come strumento di costruzione della pace, attraverso il dialogo tra le comunità rurali, scientifiche e sociali e la promozione di relazioni economiche più eque.

Le principali sessioni scientifiche e tematiche

Il programma di AEMED 2025 si è articolato in oltre 30 sessioni tra plenarie, workshop tematici, sessioni parallele e visite di campo. Molto successo hanno riscosso le sessioni esperienziali presentate da agricoltori e stakeholder vari proveniente dal mondo produttivo e sociale.

Di seguito alcune delle tematiche principali emerse:

  • Agroecologia e cambiamento climatico: Sono stati presentati studi sugli effetti positivi delle pratiche agroecologiche nella mitigazione e nell’adattamento al cambiamento climatico: gestione del suolo, agroforestazione, policolture, conservazione delle risorse idriche. In particolare, ricerche provenienti dal Maghreb e dal Sud Italia hanno mostrato il potenziale delle pratiche agroecologiche per aumentare la resilienza delle aziende agricole ai periodi di siccità e agli eventi climatici estremi.
  • Biodiversità e gestione sostenibile delle risorse naturali: Diversi interventi hanno analizzato il ruolo dell’agroecologia nella conservazione della biodiversità agricola e naturale. Dai sistemi policolturali ai paesaggi agricoli mosaico, fino al recupero delle varietà autoctone, la gestione integrata del territorio è stata al centro delle riflessioni, con casi applicativi da Andalusia, Sicilia e Libano.
  • Sistemi alimentari territoriali e sovranità alimentare: È stato ribadito come i sistemi agroalimentari locali siano fondamentali per garantire l’accesso al cibo, la sostenibilità delle produzioni e il benessere delle comunità. Le esperienze di filiere corte e reti di economia solidale, presentate da diversi Paesi, hanno mostrato modelli di governance partecipativa capaci di rispondere alle esigenze locali.
  • Agroecologia e politiche pubbliche: Un ampio spazio è stato dedicato alle politiche agricole e alimentari, con analisi delle strategie europee (in particolare la PAC e il Farm to Fork), delle politiche nazionali e dei programmi di cooperazione mediterranea. Il congresso ha evidenziato la necessità di politiche coerenti e integrate, che sostengano l’agroecologia non solo a livello tecnico, ma come leva di innovazione sociale, territoriale e ambientale.
  • Formazione, educazione e ricerca partecipativa: Le sessioni dedicate alla formazione hanno evidenziato il bisogno di nuovi percorsi educativi, universitari e professionali, che includano l’agroecologia nei curricula formativi e promuovano il dialogo tra generazioni. È stato proposto di creare una rete mediterranea di ricerca partecipativa in agroecologia, coinvolgendo istituzioni accademiche, centri di ricerca, scuole agricole e associazioni di produttori.

Le raccomandazioni politiche e il futuro di AEMED

Uno degli output più attesi del Congresso sarà la pubblicazione di un documento di raccomandazioni politiche, elaborato dai coordinatori delle sessioni scientifiche e dai rappresentanti delle principali reti presenti. Il documento si rivolgerà alle istituzioni europee e internazionali, proponendo azioni concrete per sostenere la transizione agroecologica nel Mediterraneo, valorizzando le specificità locali e rafforzando le alleanze transnazionali.

Tra le proposte già emerse:

  • l’inserimento dell’agroecologia come priorità nei programmi di cooperazione euromediterranea;
  • il rafforzamento delle misure agro-climatico-ambientali della PAC in chiave agroecologica;
  • il sostegno alla ricerca e all’innovazione partecipata;
  • il riconoscimento delle reti di produttori e dei distretti agroecologici come soggetti chiave dello sviluppo territoriale.

Un segnale di futuro dal Mediterraneo

AEMED 2025 ha segnato un momento di svolta, tracciando una rotta per il futuro delle politiche agroalimentari e dello sviluppo sostenibile nel Mediterraneo. Se è vero che il Mediterraneo è un hotspot di vulnerabilità climatica, politica e sociale, è altrettanto vero che, come emerso dal congresso, esso può diventare un laboratorio di innovazione e cooperazione.

Come è stato sottolineato durante la chiusura di AEMED “l’agroecologia non è una ricetta unica né una soluzione immediata, ma un processo collettivo di trasformazione che unisce scienza, pratiche, movimenti e visioni di futuro. Un processo che ha bisogno di alleanze, dialogo e coraggio politico.”

Il congresso di Agrigento ha lanciato un messaggio chiaro: la transizione agroecologica è già in atto e il Mediterraneo può esserne protagonista, a patto che si investa nella costruzione di comunità di pratica, nella formazione delle nuove generazioni e in politiche pubbliche che valorizzino il ruolo degli agricoltori come custodi della terra e attori di cambiamento.

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The first edition of the Mediterranean Agroecology Congress (AEMED 2025) took place in Agrigento from 17 to 20 June 2025, bringing together over 450 participants from 26 countries, including 16 from the Mediterranean basin. 170 researchers, 90 farmers, 65 representatives of local, national and international bodies/institutions, as well as representatives of NGOs, feminist organisations and networks of young farmers. A meeting unprecedented in its scope and ambition, which focused on agroecology not only as a scientific discipline or set of agricultural practices, but as a truly transformative approach to Mediterranean agri-food systems.

The slogan “A common agenda for agroecological transition” summed up the spirit of a congress that set out to be a space for open dialogue between science, politics and society, with the aim of collectively addressing the major challenges facing the Mediterranean area: climate change, biodiversity erosion, food security, sustainable management of natural resources, and social and economic justice.

According to data presented during the inaugural plenary session, the Mediterranean is one of the areas most vulnerable to climate change globally and to socio-political changes:

  • the average temperature has already risen by +1.5°C compared to pre-industrial times (compared to a global average of +1.1°C),
  • the availability of fresh water has decreased by 20% over the last 50 years,
  • the risk of desertification affects over 33% of agricultural land;
  • only 17% of agricultural entrepreneurs in the Mediterranean area are under 40 years of age, and less than 20% are women.

Speakers emphasized that agroecology could offer effective solutions for regenerating soils, preserving biodiversity, adapting crops to climate change and strengthening food security.

One of the main outcomes of the congress was the definition of a shared agenda for agroecological transition in the Mediterranean. This agenda is based on five main pillars that emerged from the congress proceedings:

  1. Production of transdisciplinary scientific knowledge: Agroecology is confirmed as a field of research that integrates agricultural sciences, ecology, social sciences and economics. AEMED reiterated the importance of strengthening participatory research and the co-production of knowledge between scientists, farmers and local communities, promoting systemic and contextualised approaches. Particular attention was paid to traditional practices and local knowledge, considered valuable sources for resilient innovations adapted to the territories.
  2. Social and territorial innovation: The conference emphasised that the agroecological transition requires new forms of governance and territorial collaboration. Agroecological districts, short supply chains, territorial food systems and community networks are key tools for building socio-ecological resilience. Case studies from Mediterranean countries were presented, showing how agroecological practices can regenerate local economies and strengthen the social fabric.
  3. Inclusion of young people and women: Agroecology was proposed as an opportunity for the new generations and women, who are often excluded from decision-making circles in the agri-food sector. AEMED placed the issue of access to land, training and recognition of the role of women in strengthening local agri-food systems at the centre of the debate. Several parallel sessions and testimonials highlighted experiences of innovation led by young women entrepreneurs and women-led agricultural cooperatives.
  4. Building fair and sustainable local supply chains: Strengthening local agri-food supply chains was identified as one of the main levers for supporting the agroecological transition. During the congress, participatory certification systems, farmers' markets, organic and fair-trade supply chains were discussed, emphasising the strategic role of networks between producers, processors, distributors and consumers. The contribution of agroecology to food security and food sovereignty of Mediterranean peoples was also highlighted.
  5. Promoting the Mediterranean as a laboratory for sustainability and peace: AEMED stated that the Mediterranean must be recognised as a strategic area for experimenting with sustainable development models based on cooperation, mutual respect and peace among peoples. Agroecology was presented not only as a response to environmental and food crises, but also as a tool for peacebuilding, through dialogue between rural, scientific and social communities and the promotion of fairer economic relations.

The main scientific and thematic sessions

The AEMED 2025 agenda consisted of over 30 sessions, including plenary sessions, thematic workshops, parallel sessions and field visits. The experiential sessions presented by farmers and various stakeholders from the productive and social worlds were very successful.

Below are some of the main themes that emerged:

  • Agroecology and climate change: Studies were presented on the positive effects of agroecological practices in mitigating and adapting to climate change: soil management, agroforestry, polyculture, and water conservation. In particular, research from the Maghreb and southern Italy showed the potential of agroecological practices to increase the resilience of farms to periods of drought and extreme weather events.
  • Biodiversity and sustainable management of natural resources: Several presentations analysed the role of agroecology in the conservation of agricultural and natural biodiversity. From polyculture systems to mosaic agricultural landscapes and the recovery of native varieties, integrated land management was at the centre of the discussions, with case studies from Andalusia, Sicily and Lebanon.
  • Territorial food systems and food sovereignty: It was reiterated that local agri-food systems are fundamental to ensuring access to food, sustainable production and the well-being of communities. The experiences of short supply chains and solidarity economy networks, presented by various countries, showed models of participatory governance capable of responding to local needs.
  • Agroecology and public policies: Ample space was dedicated to agricultural and food policies, with an analysis of European strategies (in particular the CAP and Farm to Fork), national policies and Mediterranean cooperation programmes. The congress highlighted the need for coherent and integrated policies that support agroecology not only at a technical level, but also as a lever for social, territorial and environmental innovation.
  • Training, education and participatory research: The sessions dedicated to training highlighted the need for new educational, university and professional pathways that include agroecology in training curricula and promote dialogue between generations. It was proposed to create a Mediterranean network for participatory research in agroecology, involving academic institutions, research centres, agricultural schools and producer associations.

Policy recommendations and the future of AEMED

One of the most eagerly awaited outcomes of the Congress will be the publication of a document of policy recommendations, drawn up by the coordinators of the scientific sessions and representatives of the main networks present. The document will be addressed to European and international institutions, proposing concrete actions to support the agroecological transition in the Mediterranean, enhancing local specificities and strengthening transnational alliances.

Among the proposals that have already emerged are:

  • the inclusion of agroecology as a priority in Euro-Mediterranean cooperation programmes;
  • the strengthening of the CAP's agro-climatic-environmental measures in an agroecological key;
  • support for participatory research and innovation;
  • the recognition of producer networks and agroecological districts as key players in territorial development.

A sign of the future from the Mediterranean

AEMED 2025 marked a turning point, charting a course for the future of agri-food policies and sustainable development in the Mediterranean. While it is true that the Mediterranean is a hotspot of climate, political and social vulnerability, it is equally true that, as emerged from the congress, it can become a laboratory for innovation and cooperation.

As was emphasised during the closing of AEMED, “agroecology is not a single recipe or an immediate solution, but a collective process of transformation that combines science, practices, movements and visions of the future. A process that needs alliances, dialogue and political courage”.

The Agrigento congress sent a clear message: the agroecological transition is already underway and the Mediterranean can play a leading role, if investment is made in building communities of practice, training new generations and public policies that value the role of farmers as custodians of the land and agents of change.

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年份: 2025
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内容语言: English
Author: Giovanni Dara Guccione; Guido Bissanti ,
类别: 论文
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