Food and Agriculture Organization of the United NationsFood and Agriculture Organization of the United Nations

Diamo una seconda chance alla verdura “brutta”


Rispettiamo il cibo senza giudicarlo

Share on Facebook Share on X Share on Linkedin

Nicole Klaski, fondatrice di “The Good Food”, trova una patata a forma di cuore mentre cerca, presso un’azienda agricola locale, prodotti da recuperare tra tutti quelli che non sono stati selezionati per la vendita. Lo scorso anno l’azienda ha dovuto buttar via più o meno la metàdel raccolto. ©FAO/Gregory Beals

04/02/2019

Le carote somigliano a zampe di gallina. I cetrioli sono storti. Le patate sono a forma di cuore o troppo piccole. A una pannocchia mancano alcuni chicchi. La maggior parte dei supermercati tedeschi non considera queste strane verdure all’altezza dei propri scaffali. Infatti, il più delle volte finiscono tra i rifiuti.

Ma Nicole Klaski la pensa diversamente. Nicole è una campionessa nella lotta contro lo spreco alimentare, e per lei queste verdure rappresentano qualcosa di bello e prezioso.

Due anni fa, Nicole ha fondato il primo supermercato tedesco che recupera dai campi verdure dalla forma “strana” e le mette in vendita. “Pensa se fossimo tutti uguali su questo pianeta. Sai che noia", sostiene Nicole. "Lo stesso vale per le verdure. Dovremmo essere grati della loro varietà."

La Germania spreca circa 11 milioni di tonnellate di alimenti ogni anno e Nicole è determinata a fare qualcosa per cambiare questa situazione. È per questo che, due anni fa, la trentacinquenne ha fondato “The Good Food”, un supermercato dedicato alla lotta contro lo spreco alimentare. Ogni settimana Nicole e diversi volontari fanno visita ad aziende agricole locali per recuperare i prodotti che non sono stati scelti da grandi catene di supermercati perché di forma troppo “strana”o perché troppo piccoli.

I volontari di “The Good Food” lavorano instancabilmente, continuando a fornire prodotti freschi fino a sera. Nel frattempo i loro clienti continuano a fare acquisti. © FAO / Gregory Beals

Oltre a raccogliere verdure, il gruppo recupera da supermercati locali, anche alimenti prossimi alla data di scadenza (e spesso ne trovano molti!) per poi venderli nel mercato di Colonia ad un prezzo che i clienti scelgono e considerano equo ed opportuno.

Questo processo di raccolta e vendita del cibo dá spazio a più di 70 volontari e migliaia di clienti per incontrarsi e discutere dell’importanza del cibo, di tutto ció che serve per produrlo, nonché del modo migliore per ridurne gli sprechi. Ma questo virtuoso movimento non si limita al mercato. “The Good Food” ha dato vita a una comunità contro lo spreco alimentare: la gelateria in fondo alla strada utilizza le banane di “The Good Food” dove gli adulti interagiscono con i giovani, condividendo il loro amore per il cibo. Anche il ristorante indonesiano dietro l'angolo prepara pasti con prodotti recuperati dai campi vicino Colonia.

La trentacinquenne Nicole Klaski è la fondatrice di “The Good Food”, un'associazione con sede a Colonia che cerca di combattere lo spreco alimentare. The Good Food lavora con gli agricoltori per recuperare cibo che è considerato “brutto” per essere venduto dalle principali catene di supermercati. © FAO / Gregory Beals

Heinrich Hannen, proprietario della fattoria Lammertzhof, a Kaarst, in Germania, fornisce ortaggi a “The Good Food” sin da quando questo è stato fondato. È consapevole del fatto che i sui sforzi non sono che un piccolo contributo alla lotta contro gli sprechi alimentari, ma in fondo è così che iniziano tutti i grandi cambiamenti. "Se vuoi cambiare il mondo, devi iniziare da te stesso", dice. "Questo è quello che stiamo facendo."

Le cause delle perdite e degli sprechi alimentari nei paesi a reddito medio e alto sono spesso legate al comportamento dei consumatori e alla mancanza di coordinamento tra i diversi attori della filiera. Ad esempio, frutta e verdura vengono spesso sprecate perché non conformi a standard commerciali di alto profilo. Questo significa che le verdure che non hanno un aspetto perfetto - nella forma, nel colore, nelle dimensioni e che hanno difetti come ammaccature - sono spesso bocciate dai clienti.

Tuttavia, quando buttiamo via frutta e verdura, stiamo sprecando non solo il prodotto in sé ma anche tutte le preziose risorse come i semi, la terra, il lavoro, l'acqua e gli input - che sono serviti a produrlo, tutta l'energia e il lavoro utilizzati per raccoglierlo, prepararlo per la vendita e trasportarlo nei mercati o supermercati.

Sprecare di meno, mangiare meglio e adottare uno stile di vita sostenibile sono essenziali per costruire un mondo diverso. Le scelte che facciamo e le azioni che intraprendiamo oggi sono fondamentali per il nostro futuro #FameZero.

Link correlati

Per saperne di più