Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura

16 Ottobre 2024

Giornata Mondiale dell'Alimentazione

Nadia Selmi

“Credo nella forza delle donne. La coltivazione di alghe è gestita da donne e le donne rappresentano l’80-90% del personale in uffici amministrativi, laboratori e istituti di ricerca”.
05/12/2022

Tunisia

Per moltissime persone, il termine “tecnico” non evoca immediatamente immagini di cibo, né tantomeno penseranno alle alghe. Tuttavia è proprio questa la nicchia di mercato in cui Nadia Selmi sta sperimentando nuovi usi per questa risorsa marina spesso sottovalutata.     

Oggi è direttrice commerciale di SELT Marine, un’azienda tunisina in cui lavorano oltre 100 donne nella produzione di polvere di alghe ad alto valore nutritivo, che può essere trasformata in gelatina vegetale per prodotti lattiero-caseari, dolci e vegani.  

“Credo nella forza delle donne”, dice Nadia. La coltivazione di alghe è gestita da donne e le donne rappresentano l’80-90% del personale nei nostri uffici amministrativi, laboratori e istituti di ricerca”.  

Molte donne che lavorano qui provengono da comunità rurali vulnerabili e hanno trovato un nuovo tipo di professione nel settore della coltivazione.   

È notevole il potenziale di questo settore per la sicurezza alimentare e la trasformazione del sistema alimentare. Utilizzando solo lo 0,03% della superficie dei nostri mari, le alghe potrebbero concorrere fino al 10% all’approvvigionamento alimentare mondiale. Le alghe sono inoltre ricche di vitamine, fibre e hanno un basso apporto calorico, il che le rende un ottimo ingrediente per l’alimentazione corretta. 

Oltre all’industria alimentare, la polvere di alghe è già utilizzata in molti prodotti farmaceutici e cosmetici e, più di recente, viene trasformata in bottiglie e sacchetti biodegradabili. 

Questo però non è l’unico modo in cui le alghe possono contribuire a un ambiente migliore.   

Sono sempre più gli scienziati e i decisori politici che ne vedono anche il potenziale come “soluzione basata sulla natura” per mitigare i cambiamenti climatici e sostenere i servizi ecosistemici. Per esempio, se la produzione di alghe continuasse a crescere al ritmo di oggi, entro il 2050 potrebbe assorbire 135 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno e il 30% di tutto l’azoto che finisce nei mari a causa dell’inquinamento terrestre. 

Nadia, che ha iniziato come ricercatrice nel laboratorio dell’azienda, oggi promuove la diffusione delle alghe tunisine creando partnership con aziende in tutto il mondo e collaborando con istituti di ricerca per sfruttare al massimo i benefici delle verdure acquatiche. 

La FAO assiste gli innovatori come Nadia attraverso la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM), che promuove l’acquacoltura delle alghe come strumento per favorire la crescita economica sostenibile, la conservazione delle risorse marine e i mezzi di sussistenza nel Mediterraneo e nel Mar Nero.