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Cucine Popolari Cesena

Cucine Popolari Cesena è “un’esperienza sociale collettiva senza eguali in città”.
25/08/2023

Italia

In Italia il concetto di Cucine Popolari è semplice: creare uno spazio accogliente, in cui le persone, a prescindere dal reddito, possano condividere un pasto e le loro storie. 

“Uno spazio di socializzazione rivolto in particolare a chi non può permettersi un pasto al giorno, spiega Enzo Capelletti, presidente dell’associazione Cucine Popolari di Cesena, “ma è aperto a tutti”.  

Sorto in seguito alle traversie della pandemia, il concept ha visto la luce per la prima volta a Bologna, ma è stata Maria Elena Baredi a portare l’idea sulle coste dell’Emilia-Romagna, per la precisione a Cesena.  

Maria conosceva Roberto Morgantini, fondatore della Cucina di Bologna, e ha riunito un gruppo di venti amici, proponendo di fare altrettanto a Cesena: hanno costituito un’associazione, preso in affitto uno spazio in centro e cinque mesi dopo hanno aperto la Cucina di Cesena.  

A partire da marzo 2022 hanno servito in media 80 pasti al giorno, tra pranzo e cena: i disoccupati e i senzatetto mangiano gratis, gli altri lasciano un contributo.  

I pasti sono serviti da volontari in un contesto accogliente, afferma Paola Farneti, vicepresidente dell’associazione. 

“È una cucina, non una mensa: usiamo piatti di ceramica, bicchieri di vetro e i tavoli sono apparecchiati con tovaglie e posate in acciaio”, afferma. 

L’obiettivo è creare una comunità attenta, che crede nell’uguaglianza e nella ridistribuzione delle risorse. 

L’iniziativa ha suscitato molto interesse a Cesena, spiega Paola, che la definisce “un’esperienza sociale collettiva senza eguali in città”.  

Purtroppo la Cucina di Cesena ha subito gravi danni dalle recenti alluvioni in Emilia-Romagna. 

“In seguito all’esondazione del fiume Savio, in un attimo l’onda ha raggiunto le cucine, sommergendole per oltre due metri”, ricorda Paola.  

Ci sono voluti 10 giorni prima che i membri della comunità potessero rimuovere il fango e recuperare quanto più possibile.  

Il bilancio dei danni è stato notevole, ma altrettanto notevole è stata l’ondata di aiuti materiali e finanziari.  

“Siamo stati travolti dall’amore per le Cucine e dalla solidarietà delle persone”.  

Ci auguriamo di poter riaprire entro la fine dell’anno, conclude Paola.